Introduzione al ... "disordine sensoriale"

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2/13/20242 min leggere

Il termine "Disfunzione del disordine sensoriale" fu coniato per la prima volta intorno al 1960 dalla terapista occupazionale Anna Jean Ayres.

Lavorando con i bambini presso il Brain Research Institute dell'università della California notò come alcuni bambini provassero particolare dolore o fastidio in attività quotidiane come lavarsi i denti o pettinarsi. Notò che le loro manifestazioni non erano emotive o comportamentali ma derivavano dall'amplificazione delle normali reazioni sensoriali ad uno stimolo (eccesso di dolore o fastidio). Dedusse che alla base di questo vi fosse un' inefficiente organizzazione dell'input sensoriale a livello nervoso-cerebrale. Era quindi a questo livello che si doveva lavorare per aiutarli ad affrontare meglio i loro eccessi (fino ad allora si interveniva più sull'aspetto comportamentale o emotivo). Di fatto fu la prima persona, e per molti anni anche l'unica, che capì che questi bambini non hanno reazioni esagerate a degli stimoli, ma stimoli esagerati a cui seguono reazioni coerenti con la forza dello stimolo che questi bambini percepiscono. Da qui l'utilità di lavorare sull'input sensoriale piuttosto che sulla reazione da lui scatenata poiché una volta regolato l'input anche la reazione sarebbe risultata moderata.

Quando il cervello non elabora bene gli input sensoriali, di solito non riesce a controllare bene nemmeno il comportamento.

Può non essere facile capire che anche i problemi comportamentali possano avere origine dal cervello perché l'abilità del bambino a interagire è fortemente influenzata dal modo in cui funziona il suo cervello.

Senza una buona integrazione sensoriale l'apprendimento diventa difficile, l'individuo spesso si sente poco sicuro di sé e non riesce facilmente ad affrontare le normali esigenze quotidiane e lo stress.

Un danno cerebrale pregiudicherebbe sicuramente anche la capacità di processazione sensoriale, ma in questi soggetti non è presente un effettivo danno nella struttura del cervello. Una tac o un neurologo non riscontrerebbero niente di fisico. Si tratta solo di un mal funzionamento, il termine "disfunzione" è usato proprio per intendere che è possibile che il problema venga superato, perché semplicemente questi organi non stanno funzionando correttamente

La disfunzione dell'integrazione sensoriale è una specie di ingorgo stradale nel cervello.

Un bambino con una disfunzione dell'integrazione sensoriale spesso cresce in maniera non uniforme, solo alcune parti dal suo sistema nervoso funzionano in maniera disordinata e irregolare, altre parti svolgono bene il loro lavoro: così il bambino sarà più maturo in alcune funzioni e meno in altre, rispetto all'attesa della sua età.

Il bambino con disfunzione dell'integrazione sensoriale è più facile che abbia problemi più seri a livello delle abilità motorie e della capacità esecutiva, e problemi minori a livello del ragionamento e dell'intelligenza.

Un altro termine per designare questo tipo di problema è "disturbo integrativo sensoriale".