Adolescenti - Istruzioni per l'uso

Un approccio dedicato all'adolescente con disordine sensoriale. Una sfida nella sfida.

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Quando un bambino con un problema di integrazione sensoriale raggiunge l'adolescenza può aver imparato come affrontare compiti scolastici in modo da riuscire a cavarsela, o in casi molto gravi, abbandona gli studi. Ovviamente tante difficoltà che lo hanno accompagnato nella scuola primaria saranno superate, il problema è che anche le aspettative della scuola e della società aumentano. Per esempio, nel caso delle scuole medie, il loro grande problema è riuscire a organizzarsi. Per poter fare i compiti prima devono scegliere la sequenza delle cose da fare, delle varie materie e prevedere quanto tempo ci metteranno a fare ogni attività. Per loro può essere più difficile che fare il compito stesso. In questo vanno sempre seguiti da genitori o tutor. spesso se vengono interrotti si dimenticano cosa stavano facendo e quindi diventa difficile concentrarsi e portare a termine qualsiasi cosa.

Da un punto di vista sociale potrebbero avere problemi e quindi evitare di partecipare a certe attività come ballare o fare sport. Un altro aspetto importante che riguarda un'adolescente con disordine sensoriale ma più in generale un'adolescente con una neurodivergenza è la difficoltà a percepire le proprie emozioni e a elaborarle correttamente, quindi ne risentono i rapporti sociali. Questi ragazzi hanno un cervello dopaminergico, quindi sono particolarmente sensibili al meccanismo della ricompensa e quindi possono essere un pochino più sensibili a droghe o dipendenze varie.

Spiegare al ragazzo in maniera delicata ma efficace che ha un disordine sensoriale, è la chiave per aiutarlo a capire quali sono i suoi punti di forza e i suoi punti deboli, a non sentirsi un fallito e a ottenere adeguati strumenti compensativi.

Per esempio un aspetto cruciale per i neurodivergenti è la stanchezza. Si stancano molto di più delle altre persone e se questo non è un problema da bambini quando hanno tanta energia, lo è molto di più nell'adolescenza e nell'età adulta.

Anche la maturazione emozionale può essere un problema. Tanti neurodivergenti ora adulti non diagnosticati negli anni 80, hanno la maturità emotiva di un preadolescente. Capita non di rado, che abbandonino lavoro, famiglia e le responsabilità appena diventano per loro troppo faticose. Avendo difficoltà a impegnarsi su più fronti contemporaneamente, spesso si specializzano in qualcosa (tipo il lavoro per esempio) e concentrano tutte le loro esigue energie lì, trascurando gli altri compiti o doveri.

Non hanno sviluppato appieno il concetto di maturità e senso del sacrificio tipico di chi è a sua volta genitore. Se poi si considera che un neurodivergente ha alte probabilità di avere un figlio che a sua volta avrà difficoltà, e quindi più faticoso da crescere, si capisce come il problema sia grave.

E' quindi importante accompagnare i figli nelle scelte della vita, spiegargli che loro possono fare qualunque cosa, ma di sceglierla bene perché con ogni probabilità sarà una. O la carriera o la famiglia, o lo sport ad alto livello. In caso di figli meglio uno solo, perché fanno fisicamente fatica ad occuparsi di due bambini contemporaneamente. Teneteli vicino a voi di casa, in modo da poterli aiutare, non lasciateli a loro stessi perché anche se sembra che va tutto bene, poi a un certo punto il coperchio della pentola a pressione esplode.

Non avendo un'emotività ben sviluppata spesso non sanno parlare dei loro problemi, ne con voi genitori ne con la moglie o col marito. Capiscono di avere un disagio ma non riescono con facilità a capire da dove proviene. Non hanno molti veri amici, o meglio ogni amico dura qualche anno, poi ne arrivano altri, ci sono spesso incomprensioni. Non si sentono capiti ne dai genitori ne dagli amici ne dal partner. A causa di questi presupposti spesso non riescono a tenere in piedi un matrimonio o una vita famigliare soddisfacente.

E' quindi fondamentale in casa parlargli continuamente di sentimenti, già da bambini, in modo che imparino a riconoscere le emozioni e a gestirle. Spesso nell'età dell'adolescenza può essere utile uno psicologo, in quanto persona non di parte che lo aiuti a gestire anche il rapporto coi genitori.

Per loro può essere difficile anche gestire le emozioni del corpo.

Il bambino con disordine sensoriale ha spesso un fastidio fisico che deriva dalle sensazioni del proprio corpo. Un dolore acuto lo sente, ma un dolore sordo, tipo un leggero mal di pancia o un leggero mal di testa, non lo identifica.

Quindi bisogna lavorare sia sulla gestione delle emozioni "mi sento irritabile perché sono stanco" sia sulla gestione del dolore in se.

Come genitori dobbiamo fare particolarmente attenzione ai primi cicli mestruali nelle ragazzine. Bisogna aiutarle a identificare i disturbi mestruali, sia la sindrome premestruale che i dolori da ciclo, che, se non sono forti, non saranno percepiti come tali, ma il disagio sarà tramutato in disturbo comportamentale. Insegnare alle ragazze ad ascoltare il proprio corpo e anche magari a prendere un antidolorifico anche se non sentono il dolore, cioè prima che diventi troppo forte, potrebbe aiutarle a gestire la situazione.